18 Settembre 2025

Ferrara, 17 settembre 2025 — A dieci anni dalla Laudato si’, la Chiesa italiana ha scelto la cornice di RemTech Expo per ribadire che salute, ambiente e lavoro non sono capitoli separati, ma dimensioni inseparabili di un’unica responsabilità. La sessione promossa dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro della CEI, nell’ambito del percorso Custodire le nostre terre, ha posto al centro il principio espresso da papa Francesco al n. 117 dell’enciclica: «tutto è connesso».

A dare sostanza a questo messaggio sono stati, da un lato, mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, che ha richiamato il legame profondo fra cura e fraternità (LS 70), e dall’altro gli interventi istituzionali: la presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e il videomessaggio del Ministro della Salute Orazio Schillaci. La loro partecipazione ha testimoniato la possibilità di un dialogo fecondo tra mondo politico e Chiesa su questioni che toccano la vita concreta delle persone e dei territori, indicando responsabilità diverse ma complementari nel proporre percorsi virtuosi di custodia delle nostre terre.

Le conclusioni affidate a mons. Carlo Roberto Maria Redaelli hanno raccolto e rilanciato il senso dell’intero incontro, attraverso le parole di papa Francesco: «Proteggere il mondo senza depredarlo» (LS 246). Questo invito è risuonato come filo conduttore del dibattito, moderato da Gianni Todini (Askanews), in cui prospettive ecclesiali e contributi civili si sono intrecciati delineando la necessità di una visione integrale: salute delle persone, dignità del lavoro e custodia dell’ambiente come dimensioni inseparabili di un’unica responsabilità comunitaria.

Collocato nella giornata inaugurale di RemTech Expo, il confronto non si è limitato a offrire un’analisi dei problemi, ma ha proposto una visione di speranza e di responsabilità condivisa. Nel solco della Laudato si’, la CEI ha richiamato valori che orientano il cammino delle comunità: la conversione ecologica come cambiamento interiore capace di tradursi in stili di vita sobri e inclusivi; la giustizia intergenerazionale, perché il domani non sia compromesso dall’oggi; l’attenzione ai più poveri, che subiscono in maniera più drammatica le conseguenze delle crisi climatiche e ambientali.

È lo stesso insegnamento papale a ricordare che natura e umanità sono unite: l’essere umano non è padrone della creazione, ma custode responsabile. Da qui l’appello rivolto a famiglie, comunità, imprese e istituzioni a rendere concrete queste scelte, orientandole alla cura della vita, alla solidarietà e all’equità.

L’appuntamento di Ferrara ha così confermato la volontà della CEI di proseguire con decisione il percorso Custodire le nostre terre, offrendo un contributo di fede e di dialogo a quanti, in modi diversi, sono impegnati nella cura della casa comune.

Silvia Paparella, General Manager RemTech Expo:

“Accogliere la Chiesa italiana a RemTech Expo è stato un segno forte: dimostra come il nostro lavoro non si limiti alla dimensione tecnica, ma diventi occasione di dialogo culturale e spirituale. L’idea che «tutto è connesso» richiama anche noi organizzatori a una responsabilità più ampia: innovazione, ambiente e cura delle persone devono camminare insieme.”

Andrea Moretti, Presidente di Ferrara Expo:

Per noi è un onore che RemTech Expo abbia ospitato una riflessione così profonda e necessaria. La presenza della Chiesa italiana, insieme alle istituzioni e al mondo scientifico, conferma che la custodia della casa comune non è un tema di nicchia, ma una responsabilità condivisa che riguarda la salute, il lavoro e la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Come Ferrara Expo, crediamo che questi momenti di confronto possano generare non solo consapevolezza, ma anche percorsi concreti di cambiamento a beneficio dei territori e delle comunità!

Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace: “La fraternità non è un sentimento astratto, ma la condizione per custodire la vita e il creato. Salute, lavoro e ambiente si intrecciano nella quotidianità delle famiglie e dei territori: separarne i destini significa condannare i più fragili. La Laudato si’ ci invita a una conversione pastorale che diventa anche conversione sociale.”

Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute: “Le parole di papa Francesco, «Proteggere il mondo senza depredarlo», sono più che mai attuali. Significa guardare al futuro con responsabilità e sobrietà, consapevoli che la creazione è un dono e non una proprietà. Custodire le nostre terre non è un compito riservato a pochi: riguarda comunità cristiane, istituzioni e imprese, chiamate a camminare insieme.”